“Le aziende devono prestare attenzione al fatto che i clienti sono sempre più istruiti e dispongono di strumenti migliori, per scegliere tra una gamma più ampia di alternative. Il potere, che dal produttore era passato al distributore, ora sta passando al cliente. Il cliente è sovrano.” Philip Kotler, Trecento risposte sul marketing

Solitamente gli utenti che navigano alla ricerca di informazioni, visitano più di una pagina web. Per facilitare la loro ricerca, i siti devono presentarsi in una forma chiara e ordinata, in modo da permettere di capire e di soddisfare al meglio le necessità: solo in questo modo l’utente saprà divincolarsi tra l’innumerevole quantità di informazioni presenti sul web. Con ciò si rende necessario individuare quella che è la consueta disposizione dei contenuti in una pagina, cioè il modo in cui le informazioni sono raggruppate e mostrate all’utente.
La pagina web che siamo soliti osservare durante la navigazione, è in realtà composta da una struttura interna, una sorta di scheletro (in inglese “wireframe”) in cui ci sono varie sezioni, tante quante le colonne in cui è suddivisa la pagina. (fig.1)
Generalmente, in ogni pagina web è possibile notare la presenza di tre righe, che rappresentano, dall’alto verso il basso, l’header, il corpo e il footer.
Considerando che un sito ha più di una pagina, la struttura dovrà essere uguale per ognuna, altrimenti il visitatore sarà disorientato nella navigazione. Per ogni pagina, quindi, header e footer saranno inalterati e conterranno rispettivamente il menu, l’intestazione e la navigazione il primo, mentre i contatti dell’azienda il secondo. Ciò che cambierà sarà il corpo, cioè la sezione che si trova tra header e footer. E’ in questa zona che si concentrerà la maggior parte delle informazioni che vogliamo veicolare, tra cui testi, immagini e video.
L’ideale è cercare di non occupare tutto lo spazio con informazioni, altrimenti gli occhi dell’utente captano troppa informazione alla volta, e ciò comporta caos e confusione; tuttavia non è corretto anche lasciare troppo spazio bianco, perché dà per intendere che non si sa molto su quell’argomento o che si vuole celare la verità. Da qui che l’uso adeguato e bilanciato dello spazio bianco è utile in una pagina web perché rappresenta uno stacco rendendo la lettura più scorrevole.
Ragionando in termini di usabilità, la navigazione è resa più semplice se le pagine web non sono troppo lunghe, caratteristica tipica delle pagine che adottano una struttura su 2 o 3 colonne. In questo caso il visitatore deve scorrere meno la pagina e si concentra quindi sull’informazione che vede entro lo schermo. E’ stato infatti dimostrato che se una pagina supera il limite della schermata (detto “the fold”, cioè la piega, in quanto nei giornali cartacei le notizie principali sono poste prima della piega in modo che siano visibili prima che il lettore apra il giornale) il visitatore tenderà a non visualizzarla nella sua interezza, perché la considera a priori troppo ricca di informazione oppure perché sfugge a una prima occhiata. Dato che gli utenti giudicano un sito e prendono le decisioni basandosi su ciò che vedono nei primi 20 secondi, l’ideale sarebbe porre le notizie e le informazioni più rilevanti nella prima schermata, in modo che facciano da ancoraggio per il lettore, invogliandolo a proseguire con la lettura. Non a caso in certi siti troviamo prima le conclusioni e successivamente (oltre la piega) troviamo il ragionamento che ha portato a quella conclusione, quasi in una sorta di piramide inversa.
Fonti:
- Jakob Nielsen, Hoa Loranger. “Web Usability 2.0. L’usabilità che conta”, Milano: Apogeo, 2006.
- Patrick J. Lynch, Sarah Horton.“Web Style Guide: Basic Design Principles for Creating Web Sites”, Yale University Press, 3rd edition, 2009, disponibile sul sito http://webstyleguide.com/wsg3/index.html
- Shiny. “L’occupazione dello spazio”, 2004, disponibile sul sito http://www.shinynews.it/usability/0204-HomePage3.shtml